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Un allarme inascoltato

Appresi come tanti altri della scoperta della contaminazione leggendo il giornalaccio padronale che rilanciava il comunicato stampa della regione Veneto. Era il 5 luglio 2013 e avevo appena finito di sorseggiare la prima delle numerose tazzine di caffè che accompagnavano le mie giornate in ospedale. All’inizio non ci feci tanto caso, ma dopo una settimana …

La Regione Veneto non pubblica la mia richiesta di rettifica a sue dichiarazioni non vere

L’Area Sanità e sociale della regione Veneto ha recentemente rilasciato un comunicato stampa contenente affermazioni non corrispondenti al vero. La richiesta di rettifica inviata con pec all’ufficio protocollo e all’ufficio stampa della regione Veneto in data 11/2/2019 non è stata finora pubblicata. Ennesima scorrettezza nei confronti miei e di ISDE. Come al solito i funzionari pagati con i soldi pubblici, quindi anche con i miei e degli altri membri ISDE, rifuggono dal confronto con un’associazione riconosciuta a livello internazionale da sempre in prina linea nella difesa della salute e dell’ambiente, Ecco il testo della richiesta di rettifica che non vedrete mai pubblicata con i link ai documenti richiamati nel testo.

Oggetto: comunicato stampa dell’Area sanità e sociale della Regione Veneto n. 203 del  giorno 07/02/2019” richiesta di precisazione e rettifica ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948

Scrivo in relazione al comunicato stampa dell’Area sanità e sociale della Regione Veneto n. 203 del  giorno 07/02/2019, pubblicato sul sito web www.regioneveneto.it ed ampiamente riportato dalla stampa negli ultimi giorni,  dal titolo “Pfas, Regione Veneto replica a ISDE, Medici per l’Ambiente. Non risulta aumento del rischio tumori.”

In quest’ultimo comunicato ufficiale si legge:

In merito a quanto recentemente affermato dai rappresentati di ISDE, in particolare dal Dott. Vincenzo Cordiano, Presidente di ISDE Veneto, sul quotidiano L’Arena di Verona, nell’edizione di mercoledì 6 febbraio 2019, l’Area sanità e sociale della Regione Veneto puntualizza quanto segue:

A tutela del benessere fisico e psicologico delle popolazioni esposte, occorre innanzitutto ribadire l’assoluta priorità della trasparente divulgazione dei dati disponibili. Non è ammissibile, infatti, come fa l’ISDE, attribuire a “caso” l’aumento di patologie quali l’incrementato rischio di tumori ematologici (leucemie) che, allo stato attuale, non risultano correlate a tale sostanze”.

Trattasi di affermazioni contrarie al vero, come d’altronde è facilmente verificabile dalla semplice lettura dell’articolo pubblicato il 06/02/2019 sul quotidiano “l’Arena di Verona”, dal titolo “PFAS? Non solo colesterolo”, a firma del giornalista Luca Fiorin, il quale riporta abbastanza fedelmente alcune mie dichiarazioni rilasciate durante un’intervista nella quale non è stato nemmeno sfiorato il tema dei tumori di qualsiasi tipo, e tantomeno di quelli ematologici. Ed infatti nulla è riportato sul punto nell’articolo in esame.

Tanto premesso, preme precisare che la posizione ufficiale di ISDE sul rischio associato ai PFAS è stata presentata in documenti ufficiali scaricabili dal sito www.isde.it e in due convegni organizzati per la classe medica e la comunità scientifica con il patrocinio degli Ordini dei Medici provinciali di Vicenza e Verona (cui l’Area sanità e sociale della Regione Veneto si è rifiutata di inviare suoi rappresentanti come relatori).

Quanto all’ulteriore frase riportata nel comunicato stampa secondo cui i dati istituzionali sconfesserebbero  “le affermazioni recenti e passate di rappresentanti dell’ISDE sulle malattie di cui le sostanze perfuoroalchiliche sarebbero causa di qualsiasi tipologia di patologia quali le leucemie, linfomi non Hodgkin, ecc. “, si precisa che le malattie che ISDE ritiene siano associabili all’esposizione ai PFAS sono quelle il cui rischio risultò aumentato nello studio congiunto ISDE-ENEA, presentato per la prima volta a Roma  nella sede dell’ENEA il 5 maggio 2016. Quest’ultimo è il primo studio epidemiologico indipendente compiuto sulla popolazione veneta esposta ai PFAS e finora l’unico ad essere stato pubblicato su riviste internazionali peer reviewed.

Nel nostro studio evidenziammo per la prima volta un eccesso di mortalità per quelle stesse patologie, e praticamente con gli  stessi aumenti percentuali,  ricordate nel comunicato stampa dell’Area sanità e sociale.

Dunque, gli stessi studi condotti successivamente al nostro dalla Regione Veneto confermano in modo autorevole che l’esposizione ai PFAS non provoca soltanto un aumento del colesterolo ematico.

Altri importanti studi istituzionali, che nel comunicato stampa l’Area sanità e sociale omette di ricordare, evidenziano il notevole aumento dei cancri al testicolo nel comune di Lonigo, nonché l’eccesso di neonati prematuri e di diabete mellito in gravidanza nella zona rossa.

Tanto premesso e precisato, chiedo dunque di voler provvedere, anche ai sensi dell’art. 8 Legge 47/1948, alla rettifica di quanto riportato nel comunicato stampa n. 203 del 07/02/2019 con risalto analogo ed analoghe modalità di diffusione a quelli riservati al comunicato medesimo.

Risulta in ogni caso evidente l’obiettiva portata lesiva dell’onorabilità del sottoscritto e dell’Associazione che rappresento nel Veneto l’affermazione della supposta attribuzione “a caso” dell’aumento di patologie non correlate a tale sostanze. In proposito ci si riserva comunque ogni azione in tutte le sedi consentite.

Distinti saluti.

Valdagno, Addì, 11/02/2019

Vincenzo Cordiano

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